In un contesto di gioco come quello contemporaneo in cui siano in ballo processi di definizione ed espressione dell’identità e, di conseguenza, di creazione e interpretazione di senso, comprensione e manipolazione del contesto, definizione dinamica ed utilizzo funzionale di relazioni con tutti i protagonisti del gioco, un modello didattico basato unicamente sui consueti momenti deduttivi e induttivi non è più sufficiente, né risulta pienamente efficace ai fini della formazione di un giocatore pienamente in grado di operare e fornire soluzioni funzionali alle varie situazioni di gioco al meglio delle proprie possibilità.
È compito inderogabile del tecnico, formatore, professionista odierno ricostruire il processo circolare dell’esperienza restituendo alla catena dell’apprendimento l’anello da troppo tempo dimenticato e mancante e che permette all’esperienza personale e sportiva dell’atleta di acquisire senso, continuità e coesione.
Risulta inevitabile cioè restituire spazio e attenzione a quello che, nella metodologia dell’apprendimento sportivo, è il grande assente dei tre processi che logicamente vengono utilizzati dalla mente per elaborare il contesto in cui opera e fornire risposte concettuali, organizzative e motorie per risultare efficace ed avere controllo e comprensione dell’ambiente in cui opera: ciò che noi definiamo momento abduttivo dell’apprendimento.
Tale modalità esperienziale rende possibile superare la visione e la pratica del gioco e dell’apprendimento come momenti volti alla definizione e al perfezionamento di modelli comportamentali ripetitivi e normativi, seppur vissuti e risolti dall’atleta in maniera originale e personale (induzione) o tramite la semplice esecuzione di gestualità e comportamenti noti (deduzione) in favore della creazione di contesti di apprendimento in cui, in maniera libera od orientata, l’atleta abbia la necessità di acquisire conoscenza e consapevolezza del contesto di gioco, delle dinamiche che lo regolano e di come influenzarle proattivamente.
In altre parole, dei tre approcci didattici, quello abduttivo (proprio del gioco) è quello che sceglie di fornire al giocatore l’opportunità di mettere in relazione diretta le proprie competenze attuali con la scoperta della loro efficacia in un contesto di gioco non solo aperto, ma scarsamente finalizzato ad un obiettivo specifico e diretto, in maniera da focalizzare il valore formativo sull’esplorazione e la sperimentazione dei vari contesti di gioco nella loro interezza e complessità (superiorità e inferiorità relazionali, posizionali, funzionali, situazioni di gioco volatili e imprevedibili, indecifrabilità del gioco avversario) e delle loro intrinseche caratteristiche.
In questa maniera il processo di apprendimento può avvenire nella sua più totale completezza e naturalezza sviluppando e perfezionando competenze tecniche, tattiche, cognitive, motorie e relazionali contestualmente e funzionalmente alla comprensione del gioco e alle sue dinamiche più profonde, lasciando all’allievo parte del controllo sul proprio percorso didattico.
Nel percorso di formazione che andremo ad organizzare a breve sulla didattica delle Esperienze di Gioco approfondiremo concetti operativi e strategie e soluzioni di campo che ci permetteranno di incidere in maniera ancora più efficace non più semplicemente su abilità e competenze avulse dal più ampio senso del gioco ma che permettano di dotare i nostri giocatori di una comprensione delle dinamiche che lo regolano fornendo fine e significato al proprio agire tecnico-tattico e dotarlo di una propria specifica identità che dia reale consistenza ed efficacia al proprio agire in un contesto di gioco estremamente complesso come quello odierno.